L’ordinamento dello Stato

La Danimarca è un paese democratico, ben organizzato in cui l'osservanza delle regole è uno stile di vita; se questo aspetto sembra in un certo senso irreggimentare la comunità, offre nello stesso tempo le solide fondamenta per un’esistenza pacifica, agiata e consapevole.

Questa la certezza di chi si avventura tra il 54esimo ed il 58esimo parallelo, in un'area geografica in cui le rigide condizioni climatiche hanno forgiato lo spirito e la cultura di una società tra le più agiate del mondo.

La Danimarca è una monarchia costituzionale e rappresenta la più antica dinastia del mondo: l'albero genealogico dell'attuale regina Magrethe II trae infatti le sue radici dalla famiglia da Gorm il Vecchio, re ai tempi dei vichinghi (958 d.C.).

La regina è capo dello stato e i suoi compiti non si limitano a funzioni formali e cerimoniali: presiede al contrario ai negoziati per formare il nuovo governo ed è il massimo esponente politico in rappresentanza della nazione.

Il sistema politico è un sistema di governo parlamentare suddiviso in due organi: Parlamento (Folkiting) e Governo.

Il Parlamento è presieduto da 179 membri due dei quali vengono eletti in rappresentanza della Groenlandia e due delle Isole Faroer; 135 membri sono eletti in base ad un criterio maggioritario mentre i restanti 40 seggi sono distribuiti per assicurare ai partiti una quota di rappresentanza proporzionale.

Il Governo è formato dalla regina che nomina il primo ministro e gli altri ministri con o senza uno specifico dipartimento. La scelta dei ministri è fatta in base alla distribuzione dei seggi ottenuti dai vari partiti in Parlamento.

Il processo legislativo è una cooperazione di queste due organi: le proposte di legge sono preliminarmente lette e discusse in Parlamento nei termini della loro applicazione, poi devono ottenere la ratifica della regina che, in ultima istanza, le rimanda al governo per la definitiva approvazione.

Le elezioni dei rappresentanti parlamentari hanno luogo ogni quattro anni e il primo ministro ha il potere di sciogliere il Parlamento e di indire elezioni anticipate. Hanno partecipato undici partiti politici alle ultime elezioni dell’11 Marzo 1998. I principali sono: Socialdemokratiet (socialdemocratico), Det radikale Venstre (partito social-liberale), Det Konservative Folkeparti (partito conservatore), Socialistisk Folkeparti (partito social-popolare), Kristeligt Folkeparti (partito popolare-cristiano), Centrum-demokraterne (partito democratico di centro), Fremskridtpartiet (partito progressista), oltre ad una serie di partiti minori.

Il paragrafo 20 della Costituzione stabilisce l'obbligo di indire un referendum nel caso in cui non si raggiungano i 5/6 di maggioranza, nel caso in cui le normative sovranazionali (es. UE) siano in contrasto con la costituzione danese; l'articolo 42 impone il medesimo obbligo qualora 1/3 del Parlamento veda la necessità di ottenere un riscontro popolare anche su una legge approvata dalla maggioranza parlamentare.

La Costituzione danese, riformata nel 1953, determina in modo formidabile la vita politica e giuridica della nazione. La libertà politica del paese si esprime in particolar modo nella libertà di espressione (paragrafo 77), la libertà di aggregazione (paragrafo 79), la libertà di associazione (paragrafo 78); i dettami costituzionali non si limitano del resto solo ai principi fondamentali della nazione ma investono anche le finanze, la cultura, la religione e molti altri aspetti della vita della comunità.

L'amministrazione dello Stato è prevalentemente affidata ai ministri del governo, mentre solo alcune delle sue funzioni sono dirette da commissioni di esperti e di rappresentanti dei partiti. L'articolo 82 della costituzione stabilisce inoltre l'indipendenza di 275 autorità locali (Comuni) e di 14 contee (Regioni). Eventuali errori o negligenze della pubblica amministrazione sono controllati e denunciati dall’Ombudsman, un ispettore pubblico che rappresenta la vigile sorveglianza del Folketing.

L'amministrazione pubblica impiega in Danimarca 1/3 della forza lavorativa ed è suddivisa in due aree di competenza: l'amministrazione centrale e quella locale.

L'amministrazione centrale è suddivisa a sua volta in ministeri, sotto la responsabilità dei relativi ministri e in direzioni amministrative nelle mani di responsabili civili. Si occupa prevalentemente di vagliare le proposte di legge e di analizzare le questioni politiche prima di sottoporle al Parlamento; ha inoltre la funzione di organizzare consigli e commissioni speciali che vaglino petizioni, reclami e domande per i fondi da stanziare.

L'amministrazione locale si configura come ramificazione dell’amministrazione nazionale: la polizia, il servizio carcerario, il servizio postale, l'autorità di ispettorato all'industria e i corpi istituzionali che mettono a disposizione servizi quali le università, gli archivi regionali e altro.

L'amministrazione municipale è sottoposta al controllo politico in modo più diretto di quella statale: sono ben 5.000 i rappresentanti dei partiti che controllano le 14 regioni e i 275 comuni o distretti del paese, rispetto ai soli 20 ministri del governo centrale. La costituzione sancisce che il vero potere esecutivo è quello dell'amministrazione e che il Consiglio Direttivo Municipale è l'organo esecutivo principale dell'amministrazione locale attraverso il quale il Parlamento procede allo svolgimento delle sue funzioni.

In base alla divisione dei poteri, il potere giuridico è affidato ad una serie di organi indipendenti. Le sentenze sono generalmente emesse in prima istanza dai Tribunali Cittadini, regolarmente entro le prime 24 ore in caso di detenzione giudiziaria. A queste sentenze ci si può appellare presso due corti superiori: Venstre Landsret (est) e Østre Landsret (sul territorio Ovest).

In ultimo grado è possibile ricorrere alla Højesteret (Corte Suprema) che è il massimo organo giuridico e le cui sentenze sono inappellabili. I giudici sono nominati dalla regina e non possono esser sollevati dall’incarico in base a semplici procedure amministrative, dato che il loro mandato può essere rilevato solo successivamente ad una sentenza giuridica.