Le caratteristiche geo-economiche

La Danimarca copre un'area geografica di 43.000 kmq, circa il doppio della Toscana. Il suo territorio è diviso in due parti: una peninsulare, lo Jutland (30.000kmq), e un'altra insulare con quattro grandi isole e una moltitudine di isolotti (406 isole, 87 delle quali abitate). La penisola dello Jutland è completamente pianeggiante ad eccezione di alcune sporadiche alture, che rivelano la loro origine glaciale grazie a formazioni di depositi detritici lasciati dai ghiacciai ben 14.000 anni fa. Nelle conche scavate dall'erosione glaciale sono tutt’oggi distinguibili piccoli laghi; imponenti, in questo paesaggio uniforme, sono i dolmen, che si ergono a sfidare la pianura.

Sulla costa troviamo Aarhus, una delle principali città della Danimarca, a nord della quale si stende un paesaggio un po' grigio, caratterizzato da pittoreschi mulini e da rilievi morenici; le città sono poche e quindi la densità della popolazione non è elevata.

La maggiore isola della Danimarca è Sjælland, sede della capitale Copenaghen, situata davanti alle coste dello Jutland. Tra questi due territori si estende l'isola Fionia, patria del celebre Hans Christian Andersen. Altre grandi isole sono Als, collegata con un ponte allo Jutland meridionale, Samsø e Læsø.

Una delle note caratteristiche della Danimarca sono i suoi castelli, i più belli dei quali sono stati edificati tra il XVI e il XVII secolo. Ricordiamo a tal proposito il castello di Kronborg, quello di Helsingør a 50 Km circa dalla capitale, la cui costruzione fu iniziata nel 1575 e nel quale, secondo la tradizione, sarebbe vissuto Amleto il leggendario principe danese reso immortale da William Shakespeare.

Il clima danese è influenzato dalla sua posizione geografica a nord del continente europeo. La Danimarca confina a sud con la Germania, mentre è circondata dal mare per il resto del territorio. Un particolare curioso è costituito dal fatto che, in qualsiasi punto della Danimarca ci si trovi, la distanza dal mare non risulterà mai superiore ai 52 Km. Questo fattore insieme alla forte azione dei venti ne condiziona il clima in modo determinante: in estate la temperatura media è di 16 gradi centigradi mentre in inverno si aggira intorno ai 0,5 gradi centigradi.

Il periodo di maggiori precipitazioni è da settembre a novembre ed è caratterizzato da interminabili temporali. La serie di bassa pressione (cicloni) è alla base della caratteristica variabilità del clima; in pochissimo tempo le condizioni metereologiche possono mutare repentinamente.

La popolazione conta circa 5,2 milioni di abitanti e l'indice demografico è in aumento anche grazie alla massiccia immigrazione che negli ultimi tre decenni si è portata a circa 4,3%. Il popolo danese, abituato ad uno standard di efficienza istituzionale, soprattutto sul piano dell'assistenza sociale, vive oggi in quello che può essere considerato il più concreto esempio di libertà democratica.

La religione professata da circa il 90% della popolazione danese è Protestante-Luterana, anche se sono diffuse molte altre religioni, tra le quali anche quella cattolica.

L’economia danese gode di ottima salute soprattutto in virtù della sua notevole apertura agli scambi commerciali. Ciononostante, il potenziale economico del paese non ha la capacità di influenzare in modo rilevante l'andamento dei mercati internazionali: le importazioni e le esportazioni costituiscono circa 1/3 del Prodotto Interno Lordo mentre i 2/3 degli scambi avvengono all’interno della Unione Europea.

La politica economica danese è favorevole al libero mercato e ciò la porta a collaborare attivamente con la UE, OECD e WTO. Sebbene circa il 65% del territorio sia coltivato, l´11% sia costituito da foreste e il 24% da aree urbanizzate, da strade e da laghi, le percentuali non vengono rispecchiate nel quadro generale dell'economia. Le esportazioni industriali hanno infatti preso il sopravvento su quelle di tipo agricolo, con un rapporto del 75% contro il 15%. 1/3 dell’esportazione industriale consiste in macchinari e strumentazioni, mentre i prodotti chimici e agricoli trattati industrialmente contano rispettivamente il 15% ed il 10%. L’industria importa prevalentemente materie prime e prodotti semilavorati, energia, macchinari ed altre attrezzature per un totale del 70% dell’importazione totale. L’importazione di petrolio, visto il considerevole incremento di produzione nazionale, si è ridotta considerevolmente. Il restante 30% dell’importazione si traduce in beni di consumo vari, automobili e servizi esteri.

L'agricoltura produce alimenti sufficienti a soddisfare il fabbisogno di circa 15 milioni di persone (3 volte la popolazione danese). Nel 1994 l'agricoltura primaria occupava 110.000 persone che, sommate ai 59.000 posti di lavoro per la manifattura dei prodotti agricoli ed ai 64.000 impiegati in attività di trasporto, portava il settore agricolo all'impiego del 9% della forza lavoro danese. I prodotti più comuni sono prodotti agricoli trattati industrialmente: 21% carne di maiale, 26% carne di manzo e di vitello, 5% pollame, 2% carne in scatola, 7% prodotti pastorizzati, 17% cereali, 3% zucchero, 2% sementi, 1% fiori e piante, 5% pelliccia di volpe e 3% pelliccia di mangusta.

L'orticoltura impiega 15.000 persone e 18.500 ettari di terreno coltivati con un totale di 869 serre. Il settore boschivo e del legname è decisamente in via di sviluppo. La forza lavoro impiegata in questo settore è di circa 37.000 persone addette alla salvaguardia boschiva e alla produzione e lavorazione del legname.

Nonostante la Danimarca sia la più grande esportatrice di alberi di Natale d'Europa, i progetti di rimboschimento, presentati con un atto ufficiale al Parlamento nel 1998, non hanno esclusivamente obiettivi di profitto commerciale; è infatti, molto sentita a livello sociale, la campagna ambientalista che mira soprattutto alla protezione dell'inestimabile valore forestale, misurabile in termini di passeggiate all'aperto, di presenza di piante e di animali o anche solo in termini puramente estetici (il paese è anche troppo piatto); senza considerare inoltre i naturali benefici derivanti dalla preservazione dell'acqua nel sottosuolo.

La pesca da sempre è stato il mezzo di sostentamento principale delle popolazioni del luogo. Il Mare del Nord è molto pescoso di sogliole, merluzzi, aringhe ed anguille; oggi, però, solo 6.000 pescatori continuano ad esercitare questa attività, utilizzando gli stessi metodi di allora: reti, trappole e ami. Nonostante la decisa regolamentazione della UE ha sensibilmente ridotto le quantità di pesca permessa, ogni anno vengono estratte dalle acque 1,9 milioni di tonnellate di pesce, equivalente a circa il 6-7% della esportazione nazionale.

Il settore manifatturiero dell’economia danese è molto vario e produce un gran numero di beni: si va dal bacon ai latticini, dai cereali alla birra, al tabacco, dalle bevande ai generi alimentari. Il petrolio, l’insulina e i prodotti plastici rappresentano la produzione delle industrie chimiche mentre l’industria dell’ingegneria meccanica produce motori, macchinari agricoli, pompe, termostati, frigoriferi, equipaggiamenti per le telecomunicazioni e costruzioni navali. Infine ci sono i mobili, il vestiario, i giocattoli (tra i quali ricordiamo il Lego lanciato nel 1958), l’editoria e i quotidiani, che in Danimarca sono vendutissimi.

Il settore della manifattura, sul piano dell’impiego, ha subito tagli negli ultimi 35 anni per circa il 40%.

L'industria delle costruzioni è un settore che comprende la costruzione di nuovi edifici, la ristrutturazione e la manutenzione di case, uffici ed edifici industriali oltre a quella di strade, porti, aeroporti, ponti, tunnel e sistemi di sawerage. L'indice d'impiego della forza lavoro che ha subito una forte parabola discendente in questi ultimi venti anni, ha portato le piccole compagnie di costruzione a rivolgersi soprattutto ai mercati esteri (in continuo aumento del resto è il loro impiego presso la vicina Germania).

La produzione d'energia in Danimarca è essenzialmente basata sull'importazione di carbone, petrolio e metano (gas naturali) da quella parte del Mare del Nord sotto il dominio territoriale danese; a queste fonti di energia si aggiunge la quantità di energia prodotta dagli innumerevoli mulini a vento. A questo propositovale la pena di ricordare che anche la produzione di energia pulita come quella solare e geotermale sono in decisa espansione di pari passo con l'evoluzione tecnologica.

I servizi privati hanno recentemente incrementato il loro volume d'affari: i servizi immobiliari, le scuole e le cliniche private, le attività alberghiere, i ristoranti e le attività culturali. Fanno inoltre parte di questo settore le attività finanziarie dei trasporti e delle telecomunicazioni.

Dalla fine della seconda guerra mondiale il settore dei servizi pubblici è cresciuto significativamente ed oltre il 30% della forza lavoro nazionale è stata impiegata nella regolamentazione delle sue attività e nel garantire il benessere pubblico. Il boom economico degli anni 50-60 e l'incremento demografico degli anni 60-70 hanno avuto ripercussioni su questo settore che tuttora investe cospicui capitali nella costruzione di nuovi edifici istituzionali quali scuole, uffici di servizi sociali e ospedali. Un ingente numero di donne è entrato a far parte della quotidiana amministrazione di ospedali, case di cura, scuole o centri sociali. Lo stato danese educa, consiglia e riabilita un gran numero di giovani e rileva oggi, per tanti versi, molte responsabilità familiari: si tratta di uno Stato genitore che investe per la formazione in genere oltre il 18% del prodotto interno lordo. Assegni familiari, salario minimo a studenti e disoccupati, pensioni adeguate al costo della vita costituiscono la base del sistema di protezione sociale.

La valuta della danimarca è la corona danese, Kroner (abbreviazione: Dkr) che è suddivisa in 100 øre. La moneta più piccola è da 50 øre mentre le altre monete sono da 1, 2, 5, 10 e 20 corone. Le banconote sono da 1000, 500, 200, 100 e 50 corone. Non esiostono limitazioni per l'importazione e l'esportazione di valuta tra Danimarca ed Italia.

Per quanto riguarda gli assegni e le carte di credito bisogna dire che non si possono usare in Danimarca assegni personali italiani. Gli Eurocheque sono invece accettati in banca, in molti alberghi, in ristoranti e negozi. La maggior parte delle carte di credito internazionali sono accettate ovunque.