La formazione universitaria

È italiana la più antica università del mondo, quella di Bologna, fondata nel 1088, sede tra l’altro di "dottori" che venivano consultati dall’imperatore Federico Barbarossa per quanto riguardava il suo rapporto con il potere temporale del papa. Sorsero poi i nuclei di altre importanti Università: Napoli (1224) e, tra il XIII e il XV secolo, Modena, Firenze, Siena, Pavia, Ferrara, Torino, Catania.

In Italia l'istruzione superiore di grado universitario fa capo al Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST).

Negli ultimi anni si è attivato, con una pluralità di provvedimenti legislativi e amministrativi, un consistente e generalizzato processo di innovazione del sistema universitario italiano. L'obiettivo della riforma è realizzare un'architettura comune a tutti i Paesi europei e garantire un più immediato ingresso nel mondo del lavoro (infatti la laurea sarà quella triennale).

La nuova architettura dei percorsi universitari prevede la laurea triennale e la laurea specialistica (in tutto cinque anni di studio): i due livelli saranno in sequenza, anche se non automatica. La laurea triennale deve assicurare allo studente una preparazione di base e specifiche conoscenze professionali immediatamente spendibili sul mercato del lavoro; la laurea specialistica dovrà fornire una formazione di livello avanzato, per attività altamente qualificate.

Entrambi i titoli potranno essere seguiti da un master universitario, annuale, da frequentare anche per aggiornamento o formazione continua, anni dopo aver lasciato l'università.
La specializzazione riguarda invece alcuni settori, mentre il dottorato di ricerca è utile a chi ha intenzione di dedicarsi alla carriera universitaria.

Per essere ammessi ad un corso di laurea triennale occorre: un diploma di scuola media superiore (o un titolo all'estero riconosciuto idoeno); il possesso o l'acquisizione di un'adeguata preparazione di base. Sono le singole università a definire le conoscenze necessarie per l'accesso ai corsi, stabilendo le modalità di verifica.

Per essere ammessi ad un corso di laurea specialistica occorrono la laurea (o un titolo estero riconosciuto idoneo) ed il possesso di requisiti curricolari e di adeguata preparazione personale, le cui modalità di verifica saranno stabilite dagli atenei.

Una vera novità per il sistema universitario italiano è l'introduzione del sistema dei crediti formativi, un sistema già diffuso in altri Paesi europei: ad un credito corrispondono 25 ore di lavoro per studente (quantità di ore trascorse tra studio individuale, lezioni, seminari, eventuali tirocini o stage). Non sarà più necessario aver sostenuto un certo numero di esami per laurearsi, ma aver accumulato un numero sufficiente di crediti (ad esempio, per conseguire la laurea triennale lo studente dovrà aver acquisito 180 crediti). Non tutte le materie avranno lo stesso peso, quelle che richiedono maggiore studio ed esercitazioni consentiranno di accumulare più crediti di altre, meno impegnative. Ogni anno occorre totalizzare 60 crediti pari a 1.500 ore di lavoro. Il credito è verificato con il superamento dell'esame (il voto continua ad essere espresso in trentesimi) oppure con un altro tipo di valutazione scelto dall'università.

Con la riforma scompare la Facoltà: i corsi di laurea, sia triennali sia specialistici, vengono raggruppati in classi. Per la laurea triennale, sono 41 le classi che raggruppano i vari ambiti disciplinari (per le classi dell'area sanitaria è attualmente -20/11/00- in discussione una bozza di decreto elaborata dal MURST che prevede quattro classi di corsi universitari: professioni infermieristiche e ostetriche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione). In ogni classe ci sono corsi di laurea che hanno gli stessi obiettivi formativi qualificanti e le stesse attività formative indispensabili. Il corso si conclude con una prova e non con la tesi.

Il biennio specialistico è articolato in 104 classi, con una varietà di indirizzi che coprono tutti gli ambiti disciplinari. Il corso si conclude con la discussione della tesi ed il titolo di "dottore".

In Italia la legge stabilisce il principio dell'autonomia universitaria in base al quale ciascuna Università può darsi ordinamenti autonomi.

Per accedere a ogni corso universitario occorre essere in possesso del diploma di "maturità", ovvero diploma di istruzione secondaria superiore di durata quinquennale. I cittadini dell’Unione Europea devono possedere un diploma rilasciato al termine della scuola secondaria superiore che dia accesso all’università nel paese di provenienza. Per tutte le facoltà viene riservato un numero limitato di posti agli studenti stranieri, che devono inoltre sostenere un esame di lingua italiana.

In alcune università, soprattutto quelle in cui la presenza di studenti stranieri è più consistente, operano gli "uffici accoglienza" (o uffici studenti stranieri) ai quali gli studenti stranieri possono rivolgersi per tutti i problemi che li riguardano.

Oltre al titolo di studio alcune università prevedono un esame di ammissione e un numero chiuso (medicina, odontoiatria) o il numero programmato (architettura). Le università private sono spesso a numero chiuso.

Chi non vuole proseguire il biennio successivo alla laurea triennale può accedere alle Scuole di Specializzazione, solitamente biennali, che conferiscono conoscenze, abilità e soprattutto titolo per alcune professioni regolate da leggi o direttive europee. Per alcune aree è previsto il Corso di Specializzazione al termine della laurea triennale; per altre aree al quinto anno. Occorrono 300 o 360 crediti, compresi quelli già acquisiti.

L’ammissione ad una scuola di specializzazione, che presuppone il diploma di laurea specifico e, se richiesto, il diploma di abilitazione alla professione, è a numero chiuso.

L’anno accademico inizia il 1° novembre e termina il 31 ottobre dell’anno successivo. Di recente alcune Facoltà e alcuni corsi di laurea hanno adottato la formula della semestralizzazione dei corsi.

Ci si può iscrivere ad un corso di livello universitario dal 1° agosto al 5 novembre di ogni anno. In alcuni casi il termine viene prorogato al 31 dicembre. Viene invece anticipato per i corsi dove è previsto un numero limitato di studenti (numero chiuso) e dove i corsi seguono un calendario di svolgimento semestrale.

Per le informazioni e i moduli ci si deve rivolgere alle segreterie universitarie.

L’iscrizione e la frequenza implica il pagamento di tasse che variano da Università a Università.

La frequenza alle lezioni, pur essendo sempre importante e consigliabile, non sempre è obbligatoria. I corsi sono strutturati in generali o monografici al termine dei quali si sostiene un esame di profitto. Ogni anno si deve sostenere un certo numero di esami di profitto, il cui numero varia a seconda delle facoltà e la cui valutazione è espressa in trentesimi (minimo 18/30, massimo 30/30). Il "piano di studi", cioè l’elenco delle discipline su cui sostenere i singoli esami di profitto, può essere in parte scelto dallo studente, salvo l’approvazione del "consiglio del corso di laurea". La durata dei corsi di laurea può variare da quattro a sei anni. Quando questi tempi non sono rispettati, perché non si riesce a mantenere il ritmo degli esami, si diventa studenti fuori corso.

Al termine del corso di studi, lo studente deve sostenere l’esame finale di diploma o di laurea, redigendo un lavoro scritto - la tesi - e discutendolo in sede di esame. L’esame di laurea viene sostenuto di fronte ad una commissione composta da 11 docenti universitari. Il voto finale è espresso su 110 ed è calcolato in base alla media dei voti ottenuti agli esami più il voto effettivo della tesi di laurea. È prevista anche la lode e l'abbraccio accademico.

Per ogni informazione sulle Università italiane consultare il sito Internet: http://www.cilea.it/WWW-map/Enti/UNIV.html

oppure rivolgersi alle DSU (Aziende per il diritto allo studio universitario. Per Bologna il termine è ARSTUD – Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) presenti in ogni Ateneo e ai Servizi di orientamento/informazione .

TITOLI DI STUDIO

Il nuovo sistema universitario italiano prevede diversi titoli di studio:

  • laurea;
  • laurea specialistica;
  • diploma di specializzazione;
  • master;
  • dottorato di ricerca.
Laurea: con la "maturità" lo studente si iscrive ad un corso di laurea triennale sceolto tra le 41 classi. Dopo i tre anni c'è una verifica finale (non c'è la tesi).

Laurea Specialistica: superato il triennio, lo studente può accedere al corso biennale di laurea specialistica orientadosi tra le 104 classi definite. Questi due anni assicurano una formazione più avanzata ed il titolo di "dottore"; a questo livello la tesi conclude l'iter. Per esercitare determinate professioni (architetto, medico, ecc.) è necessario superare anche uno specifico esame di Stato. Ricordiamo che, oltre alla laurea, per esercitare alcune professioni (esempio = commercialista, avvocato) è indispensabile essere iscritti agli Albi Professionali e che l'iscrizione può comportare il superamento di prove piuttosto severe.

Diploma di specializzazione: per accedervi è necessaria la laurea triennale e dopo un corso di studi, solitamente non inferiore a due anni, si ottiene il diploma con qualifica di specialista. Il Diploma di Specializzazione è fortemente professionalizzante. E' obbligatoria la frequenza ai corsi di studio.

Master: è un corso di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente, successivo al conseguimento della laurea (master di primo livello) e della laurea specialistica (master di secondo livello). Anche i master sono fortemente professionalizzanti. La durata solitamente annuale varia in ragione delle discipline trattate. Almeno 60 sono i crediti da raggiungere.

Dottorato di ricerca: è il livello più elevato del sapere universitario, solitamente di durata biennale, cui si accede dopo la laurea specialistica. Ogni ateneo lo istituisce con le caratteristiche didattiche culturali più specifiche all'ambito disciplinare a cui si rivolge. Il dottorato fornisce conoscenza ed abilità di altissimo livello per intraprendere l'attività di studio e di ricerca. Anche in questo caso le singole università stabiliscono il numero di crediti necessario.
Chi frequenta il dottorato di ricerca deve produrre ogni anno una particolareggiata relazione sull’attività svolta per passare all’anno successivo.