Il volontariato

La vita associativa è piuttosto sviluppata in Lussemburgo ed in tutti i settori. Esistono tantissime associazioni senza fini di lucro (ASBL, association sans but lucratif) di carattere culturale, umanitario, politico, confessionale, assistenziale o più semplicemente per lo sport ed il tempo libero. In generale, tutte queste associazioni sono molto contente di trovare qualcuno che possa dare una mano. Nella sezione "indirizzi" vengono riportate le associazioni più conosciute a livello internazionale, ma ve ne sono molte, locali, che sono presenti ed attivissime. Un aiuto per mettersi in contatto con loro può venire dal CLAE, che si occupa anche proprio di coordinare tali associazioni e che potrà aiutare gli interessati anche a creare una propria asbl. Altre informazioni utili possono venire dall’ASTI e dall’associazione Luxembourg accueil asbl. Tuttavia è bene ricordare alcune cose: tecnicamente un volontario non è né un lavoratore né uno studente; sarà dunque considerato come un turista ed avrà la possibilità di rimanere nel Granducato per un periodo massimo di tre mesi. La situazione potrebbe però cambiare tra breve, perché è in discussione al Parlamento un progetto di legge sullo statuto del volontario. Infine, è da tener presente anche che, per alcuni tipi di volontariato (ad es. assistenza agli anziani), è quasi indispensabile una certa conoscenza del lussemburghese. A conti fatti comunque, la strada più praticabile resta quella del Servizio volontario europeo.

Il Servizio volontario europeo, di cui dovrebbe prendere avvio la fase operativa, prevede la partecipazione di un/a giovane volontario/a ad un’attività senza fini di lucro e non retribuita, che rivesta una qualche importanza per la collettività ed abbia durata limitata (alcuni mesi); ad esempio l’allestimento di un centro per i giovani, l’organizzazione di attività del tempo libero per gli anziani, l’organizzazione di attività creative per disabili, ecc. Tale servizio viene prestato in uno Stato membro diverso da quello di residenza (o in un paese terzo) e prevede, oltre al viaggio pagato, alloggio e vitto garantiti ed una piccola indennità.

Concretamente, l’aspirante volontario/a deve mettersi in contatto con un’organizzazione del proprio paese di residenza che funga da "organizzazione d’invio" (tipicamente si tratterà di un’associazione già impegnata in attività di volontariato) e lo/a prepari al progetto di volontariato presso un’organizzazione di accoglienza in un altro paese.

Ampia discrezione è lasciata ai contenuti del progetto, con i soli vincoli che non vi sia fine di lucro e che non si tratti di sostituire posti di lavoro retribuiti. Le procedure sono invece ben definite a livello comunitario ed è necessario per l’efficace svolgimento del programma (ma anche per tutelare il volontario, tramite un’assicurazione, ecc.) conformarsi a modelli di accordo predisposti centralmente e disponibili presso le Strutture nazionali. In ciascuno Stato membro dell’Unione Europea è istituita infatti una Struttura nazionale incaricata di coordinare lo svolgimento del programma e fornire assistenza ai volontari e alle organizzazioni interessate, dalla fase dei contatti, interni e internazionali, alla fase di esecuzione. Per ulteriori informazioni, ci si può rivolgere in Italia al Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.